Messico e Canada come Colombia e Panama. A poche ore dall’annuncio dei dazi da parte della Casa Bianca, i toni bellicosi della presidente messicana Claudia Sheinbaum e del premier canadese Justin Trudeau si sono sciolti in due “buone” (stesso termine usato da entrambi) telefonate con il presidente Usa, che hanno avuto come risultato una sospensione di 30 giorni delle tariffe doganali appena adottate, a fronte di concreti impegni assunti da Sheinbaum e Trudeau.
È la conferma che Trump fa sul serio ma che quella dei dazi è anche un’arma negoziale, non solo e non tanto una politica economica. Come avevamo anticipato – e come poteva ben arrivarci chiunque non fosse preso da crisi isterica più o meno strumentale – la prima richiesta ai Paesi vicini riguardava la sicurezza, il controllo dei confini.
Non l’unica, perché ovviamente la questione del deficit commerciale resta in cima alle preoccupazioni del presidente Trump, ma una serie di impegni concreti per contrastare il flusso di migranti e di droghe, in particolare di Fentanyl, è un buon primo passo.
Gli impegni
Praticamente identici gli impegni presi da messicani e canadesi. Sheinbaum si è impegnata a dispiegare sui confini 10 mila soldati messicani per fermare il flusso di migranti illegali e di Fentanyl.
Trudeau ha annunciato un piano da 1,3 miliardi di dollari, che comprende l’invio, anche lui, di 10 mila uomini, nuovi elicotteri e tecnologie per il controllo dei confini (“occhi 24 ore su 24, 7 giorni su 7”), la definizione dei cartelli della droga quali organizzazioni terroristiche, la nomina di uno “zar” del Fentanyl, una forza d’attacco congiunta Canada-Usa per combattere la criminalità organizzata, il traffico di droga e il riciclaggio di denaro.
Non è finita qui. Questi sono i primi impegni, che hanno consentito la sospensione dei dazi e l’avvio di negoziati su sicurezza e commercio tra i rispettivi governi.
Non facile per l’Ue
Non sarà così facile per l’Unione europea, nei cui confronti Trump ha avuto parole dure (ci tratta in modo “terribile”, non comprano praticamente nulla da noi). Non c’è la questione dei confini, ma il dossier commerciale è ancora più complesso, essendo il mercato europeo tra i più chiusi e protetti al mondo da dazi e barriere non tariffarie, per non parlare del tema delle spese militari.