Cultura

Non si salvano nemmeno i cartoni: il caso Disney e la svolta woke di Ladybug

L’influenza woke sempre più massiccia nel mondo dell’intrattenimento per bambini. Ma effetto devastante sulla Disney, che prova a cambiare rotta

Miracolous Ladybug

Negli ultimi anni, l’ideologia woke e il politicamente corretto hanno iniziato ad esercitare un’influenza sempre più massiccia nel mondo dell’intrattenimento per bambini. Basti pensare alle polemiche sorte quando la Disney ha annunciato che nel remake live action di Biancaneve e i sette nani la trama sarebbe stata stravolta, sostituendo i sette nani con figure appartenenti a minoranze e il principe non avrebbe salvato la principessa, per mandare un messaggio femminista.

Il caso Disney

L’imposizione dell’agenda woke sui prodotti del gruppo Disney, che comprendono anche i franchise della Marvel e di Guerre Stellari, ne hanno danneggiato la qualità e il successo a tal punto che nel solo 2023 l’azienda ha perso circa un miliardo di dollari. Il danno causato dall’aver sposato una certa agenda politica è stato riconosciuto persino dal ceo della Disney, Bob Iger, il quale ha accusato i creatori Disney di aver dimenticato quello che dovrebbe essere il loro lavoro principale.

“Dobbiamo concentrarci sull’intrattenimento, non sui messaggi”, ha dichiarato Iger, aggiungendo che le storie intrise di “messaggi positivi per il mondo” possono anche essere fantastiche, ma non andrebbero imposte al pubblico.

Se nell’azienda di Topolino l’influenza woke ha avuto un effetto economico devastante, lo stesso tuttavia non si può dire di altri cartoni animati: basti pensare che le serie tv realizzate dal fumettista Zerocalcare, Strappare lungo i bordi del 2021 e Questo mondo non mi renderà cattivo del 2023, si sono entrambe classificate all’uscita come le serie più viste in assoluto su Netflix in Italia.

E se nel 2024, per la prima volta nella sua storia, la Disney non ha candidati per il Miglior Film d’Animazione agli Annie Awards (gli Oscar per i cartoni), a fare incetta di candidature è stato il film Nimona, anch’esso uscito su Netflix e tratto da un fumetto dell’autore transgender ND Stevenson.

Da questi casi contrapposti, si può dedurre che l’agenda progressista viene rigettata se ad adottarla è un’azienda, come la Disney, che per decenni ha mantenuto posizioni estranee alla politica, e si è spostata su posizioni ideologiche nel giro di pochi anni. Invece, la stessa agenda ha successo in prodotti più recenti, realizzati da autori che mettono in chiaro le loro idee fin dall’inizio. In altre parole, il pubblico tende a premiare la coerenza.

La serie di Ladybug

Ma cosa succede se avviene una situazione a metà tra quelle sopra indicate? Se, in pratica, un prodotto recente nato come apolitico sposa in breve tempo un’agenda progressista? Un esempio in tal senso proviene dalla Francia, e per la precisione dalla serie animata Miraculous – Le storie di Ladybug e Chat Noir.

Iniziata nel 2015 e ad oggi giunta a cinque stagioni, Miraculous racconta le vicende di due adolescenti, Marinette e Adrien, che grazie a dei gioielli magici vestono i panni dei supereroi Ladybug e Chat Noir, i quali devono difendere Parigi dal perfido Papillon, che intende rubare i gioielli dei due eroi per ottenere il potere assoluto. Per farlo, fa leva sulle paure e i rancori delle persone in modo da trasformarle in supercattivi.

Ad oggi, la serie è stata distribuita in oltre 150 Paesi, e il suo successo è stato tale che ne sono stati tratti un film (quest’ultimo inguardabile, a parere di chi scrive), un musical teatrale, un manga e un videogioco. Le ragioni del suo successo sono varie: le situazioni in cui i due protagonisti si ritrovano nella vita di tutti i giorni, come i problemi a scuola e le cotte adolescenziali, sono rese in modo tale da creare una forte identificazione tra loro e il pubblico.

Per le prime tre stagioni, dal 2015 al 2019, la serie non era particolarmente improntata a trasmettere idee politiche, e risultava apprezzabile da un pubblico bipartisan. Che tu fossi di destra o di sinistra, potevi riconoscerti facilmente in chi doveva affrontare delle delusioni amorose, o in chi veniva bullizzato e preso in giro a scuola da una compagna viziata e arrogante.

La svolta woke

Le cose hanno iniziato a cambiare nel 2020, con la quarta stagione e l’uscita dello speciale Miraculous World: New York, Eroi Uniti. Da quel momento, gli sceneggiatori hanno iniziato a modificare sempre di più i personaggi sulla base delle nuove mode inerenti l’inclusione e la diversità.

Questo lo si vede in particolare per quanto riguarda i personaggi queer: se all’inizio vi erano solo degli accenni alle relazioni tra persone dello stesso sesso, come quelle tra Rose e Juleka che si tengono per mano o tra Nathan e Marc (anche se il primo a inizio serie era innamorato della protagonista Marinette), in seguito diversi personaggi si sono di colpo “rivelati” come Lgbt, anche se prima nessun indizio poteva farlo pensare. Come l’insegnante Caline Bustier, presente sin dalla prima stagione ma di cui si scopre che ha una compagna solo nel 22° episodio della quinta.

Sempre nella quinta stagione, per affrontare la crescente minaccia del supercattivo Monarch, i compagni di classe dei due protagonisti decidono di fondare un movimento per combatterlo noto come la “Resistenza”. Nino, migliore amico di Adrien e capo della Resistenza, chiama tutti gli altri membri con il titolo di “compagno”, come si chiamavano tra loro comunisti e socialisti nel ‘900.

Essendo la serie rivolta ad un pubblico giovanile, non potevano mancare le tematiche ambientaliste; nel 10° episodio della quarta stagione, i giovani Mylène e Ivan coinvolgono tutti i loro compagni di classe in una protesta contro il sindaco di Parigi, intenzionato ad abbattere degli alberi in un parco per installare una torre che crea aria pulita artificialmente. L’episodio è uscito nel 2021, in un periodo in cui l’attenzione mediatica verso i temi ambientali era molto più alta rispetto a quando la serie è iniziata.

C’è stato anche un caso di un episodio in cui si prendevano di mira, dipingendoli in maniera assai caricaturale, coloro che criticano la pervasività del politicamente corretto. Nel 14° episodio della quinta stagione Kim, un compagno di classe dei due protagonisti, dopo aver preso parte ad uno scherzo crudele nei confronti di Marinette quando lei aveva una cotta per lui, non capisce perché la gente si offenda anziché ridere dello scherzo. Sebbene sia più che giusto fare attenzione a non ferire i sentimenti altrui, in quel caso sembrava narrato in modo da attaccare chi denuncia l’eccessiva suscettibilità dei giovani d’oggi.

Non solo progressismo

Nonostante tutto quello che si è detto finora, in Miraculous si trovano posizioni politiche condivisibili anche da un pubblico non di sinistra. Ad esempio quando Chloé, perfida e viziata figlia del sindaco di Parigi, si allea con Monarch per prendere il controllo della città, attuando un vero e proprio colpo di Stato.

In tale occasione, la sua figura sembra essere una caricatura di Emmanuel Macron: quando prende il potere, Chloé si finge a parole una rivoluzionaria dalla parte del popolo, che scompagina l’ordine costituito come ha fatto il presidente francese nel 2017, surclassando i partiti tradizionali. E per celebrare il proprio golpe, lei tiene un discorso davanti alla Piramide del Louvre, come fece Macron dopo la sua prima elezione.

Un altro caso avviene nel 20° episodio della quarta stagione, in cui la madre di Marinette viene ammanettata e umiliata dalla polizia perché per sbaglio si trovava sull’autobus senza biglietto. La scena è ispirata alla repressione delle manifestazioni dei Gilet Gialli nel 2019. Come ha spiegato in un’intervista a TV Magazine il creatore della serie, Thomas Astruc, l’intento era di “mostrare come, da un piccolo incidente, la situazione potrebbe facilmente degenerare se la legge o le ordinanze fossero applicate alla cieca”.

A causa di questo messaggio, nel 2022 l’episodio venne censurato sul canale televisivo francese TF1, con l’accusa di promuovere un’immagine negativa delle istituzioni tra i più piccoli.

Infine, va fatto notare come non tutti i membri della produzione della serie condividano allo stesso modo i cliché progressisti: ne è un esempio il compositore della colonna sonora, l’israeliano Noam Kaniel, autore in passato delle sigle americane e francesi di molte serie per bambini e ragazzi, tra cui i Power Rangers, Goldrake, Superman e L’incredibile Hulk.

Dopo il 7 ottobre 2023, Kaniel ha espresso più volte sul suo profilo Instagram vicinanza al suo Paese d’origine, nonostante i commenti provocatori dei troll filopalestinesi. Oltre a prendere posizione in difesa d’Israele e contro il terrorismo di Hamas, è arrivato a condividere le idee di Douglas Murray, giornalista conservatore britannico, che rimproverava ai giornalisti radical chic di essere sconnessi dalla realtà.

Futuri sviluppi

A parte le cinque stagioni uscite finora, è già stata annunciata la prossima uscita di una sesta stagione, prevista per l’autunno 2024. È probabile che gli autori porteranno avanti l’introduzione di tematiche woke, ma è ancora presto per dire se ciò porterà ad un declino come per i prodotti Disney o se, invece, gli permetterà di fidelizzare una fetta di pubblico che in quelle tematiche ci si rispecchia. Solo il tempo lo dirà.

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