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L’imbarazzante grazie di Maduro all’Italia, il silenzio di Mattarella e l’influenza del Vaticano

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Con i ringraziamenti di Maduro all’Italia per la solidarietà dimostrata, la posizione già imbarazzante del nostro governo nella crisi venezuelana ha superato i livelli di guardia. In un primo momento, la posizione ufficiale espressa dal presidente del Consiglio Conte ricalcava il comunicato dell’Alto rappresentate Ue per la politica estera Mogherini subito dopo il riconoscimento di Guaidò come legittimo presidente ad interim da parte di Washington, e appariva un punto di mediazione tra le spinte opposte delle due forze di governo. Da una parte il Movimento 5 Stelle, con il sottosegretario per gli affari esteri Di Stefano che si esprimeva per la “non ingerenza”, quindi con Maduro; dall’altra la Lega, con il sottosegretario Picchi e il vicepremier Salvini, che dichiaravano di considerare terminata la presidenza Maduro e auspicavano che lasciasse prima possibile il potere.

Nel corso dei giorni però, dopo l’ultimatum di Francia, Germania e Spagna a Maduro, la posizione di tutti i Paesi Ue si è progressivamente allineata in modo più deciso dalla parte del presidente dell’Assemblea nazionale venezuelana. Addirittura l’Italia avrebbe bloccato una presa di posizione a favore di un suo riconoscimento da parte dell’Ue. E se persino Paesi europei con forze di sinistra radicale o populiste al governo, da sempre vicine allo chavismo, come Spagna, Portogallo e Grecia, sembrano aver scaricato il dittatore venezuelano, al contrario in Italia le parole degli esponenti cinque stelle sono sempre più esplicitamente in sua difesa.

È evidente come sia la posizione del Movimento 5 Stelle, e non quella della Lega, a impedire al nostro governo di schierarsi in modo inequivocabile dalla parte della libertà e della democrazia, a prescindere dal passo formale del riconoscimento o meno di Guaidò.

Eppure, sembra mancare qualcosa nella nostra equazione: il Quirinale.

Il presidente Mattarella è solito sfruttare ogni occasione per esprimersi, per “esternare” su ogni tema dell’attualità politica. Soprattutto quando il governo sembra deviare dai tradizionali riferimenti della nostra politica estera, in particolare dall’ortodossia Ue, è sempre attento e puntuale nell’esercitare la sua moral suasion in modo riservato, a volte non esimendosi da richiami pubblici. Forse, sicuramente a nostro avviso, persino troppo… Non siamo dei fan dell’interventismo presidenziale nell’indirizzo politico, in una Repubblica pur sempre parlamentare, ma non possiamo fare a meno di notare in questo caso una curiosa contraddizione rispetto alla prassi.

È una notizia quindi il suo silenzio (almeno fino a sabato sera, al momento in cui scriviamo) proprio sul Venezuela, dove lo scarto tra la posizione del nostro governo e la tradizionale collocazione internazionale dell’Italia, nonché i nostri principi democratici, è davvero clamoroso e forse inedito. In una parola: inaudito. E senza poter intravedere nella difesa di Maduro nemmeno interessi economici nazionali di rilievo (come per esempio sulle sanzioni alla Russia). Si tratta di un mero rigurgito ideologico, peraltro minoritario.

Eppure niente, nessun accenno in uscite pubbliche. Nemmeno se ne parla: i quirinalisti di solito molto loquaci, tacciono (sempre al momento in cui scriviamo). Nessuno spiffero su come la pensi. Può essere un caso? Certo, è possibile che ci abbia provato a correggere la posizione del governo, senza riuscirvi. Sarebbe comunque strano che, a meno di nostre disattenzioni, di questo tentativo non vi sia traccia sui giornali (quante volte leggiamo di “pressioni”?). Oppure forse stavolta nemmeno si è fatto sentire. Tra l’altro, in questo caso proprio la divaricazione tra Lega e M5S offriva obiettivamente al Quirinale il pretesto per inserirsi, uno spazio di manovra per imporre almeno un punto d’equilibrio.

Un’ipotesi, una possibile spiegazione, è che più di Di Stefano e Di Maio, sulla posizione vergognosa dell’Italia sia decisiva l’influenza del Vaticano, che dietro l’alibi del timore di spargimenti di sangue e i richiami al dialogo nasconde la simpatia di Papa Bergoglio per Maduro e l’antipatia per Trump.

Chissà se l’appello lanciato ieri sera dalla comunità italiana in Venezuela proprio all’indirizzo del Colle spingerà già nelle prossime ore Mattarella a essere meno timido e a rompere gli indugi, in una faccenda che sta diventando di dignità nazionale.

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