Il settore dell’Intelligenza Artificiale (IA) si muove ad una velocità senza precedenti e tutto quanto è vero in ogni determinato giorno tende a non esserlo più la settimana successiva, questo è vero.
Ma ci sono i trend, i movimenti di fondo e a nostro avviso uno è piuttosto chiaro. Nonostante i pomposi annunci del trio Trump-Altman-Ellison del 23 gennaio, la Cina sta superando, o ha superato gli Usa. Intanto l’Europa sembra ferma all’idea di voler legiferare e irrogare sanzioni, ci pare di capire.
500 miliardi di dollari e niente Musk
Ma andiamo per ordine. Ha fatto un certo scalpore l’annuncio di qualche giorno fa: in presenza del presidente Donald Trump un insolito trio composto da uno dei fondatori di OpenAI/ChatGPT Sam Altman, il fondatore di Oracle Larry Ellison e il capo di SoftBank hanno annunciato al mondo che investiranno “500 billion dollars” per “infrastrutture legate alla IA”. Nome del progetto: Stargate, come il film del 1994.
L’annuncio contiene almeno due notizie notevoli: la prima, una smentita implicita alle accuse di potenziale conflitto di interesse di Elon Musk nella sua veste di collaboratore dell’amministrazione.
Musk ha infatti da poco fondato xAI (ci torniamo), temibile e acerrimo concorrente del trio di cui sopra. Grok, il chatbot di Musk è riuscito in pochissimi mesi ad arrivare al pari con il leader di mercato ChatGPT (anzi, sospettiamo che “Grok3” stia di fatto per superarlo). Dunque, tutti si aspettavano che Trump annunciasse un’iniziativa con xAI: e invece eccolo a fianco dei tre competitor.
La seconda notizia: 500 miliardi. Cinquecento. Come ha commentato – probabilmente correttamente – Musk stesso, i tre non hanno affatto tutti questi soldi. Softbank avrebbe disponibilità (“has secured”) di 10 miliardi, OpenAI brucia ogni giorno circa 700.000 dollari e Oracle in quanto a Capex (spese in “ferro”) ha sempre fatto molto fumo e poco arrosto. Chi vuole divertirsi può leggere in merito la gustosa serie di articoli su Platformonomics e il relativo grafico che mostra gli investimenti in infrastruttura di Oracle a confronto a Google e Microsoft, ad esempio.

xAI
Senza chiedere sostegno ad alcun presidente, Musk ha per parte sua realizzato in tempi sbalorditivi Grok, una IA che – soprattutto nella sua versione integrata a X/Twitter – è già oggi superiore a molte altre.
Provare per credere. Basta all’interno di X selezionare l’iconcina “XI Grok” e porre domande relative a un qualunque tweet o anche totalmente scorrelate. La conoscenza dei fatti del giorno e la capacità di spiegare i fatti e messaggi anche i più ermetici è sbalorditiva.
Il tutto realizzato sulla base di un investimento vero colossale: il supercomputer “Colossus”, attivo da settembre 2024 e forte di 100.000 “GPU” nVidia. Per dirla in modo semplice, Musk dispone di circa 10 volte la potenza di calcolo degli altri. Fatti, non annunci.
Cina avanti?
Ma stiamo divagando. Il punto – molto preoccupante a nostro avviso – è questo:

Si tratta di un confronto tra le capacità (se vogliamo, l’insieme di conoscenze e abilità nel ragionarci sopra) del miglior modello di OpenAI (o1) e del nuovissimo modello cinese DeepSeek.
Si tratta di modelli che “ragionano”, niente a che vedere con ChatGPT: mostrano il processo logico con cui arrivano alle conclusioni che stanno per fornire agli utenti e sono più capaci della media degli esperti in ciascun dominio. Ebbene, anche se di poco il modello cinese batte OpenAI. Già questo sarebbe un fatto notevole, ma il punto è che lo fa ad un costo straordinariamente inferiore.
Ricordiamo infatti le critiche continue delle anime belle ecologiste alla IA: questa tecnologia consuma troppa energia, brucia troppe risorse, è pericolosa per per il pianeta. I cinesi hanno dimostrato di essere in grado di uguagliare (anzi superare) i risultati dei migliori sistemi Usa con un costo per ogni risposta inferiore del 96.4 per cento rispetto a quello Usa. Costo inferiore = consumo di risorse inferiore, in un rapporto lineare o quasi.
Embargo controproducente
Paradossali le spiegazioni: come sappiamo la Cina sta subendo l’embargo Usa nel campo dei semiconduttori adatti alla IA. Nell’impossibilità di acquistare i preziosi componenti nVidia i ricercatori hanno fatto funzionare l’ingegno. Con strategie e metodologie – troppo complesse da spiegare qui e che in realtà neppure comprendiamo a fondo – sono riusciti a ottenere i loro risultati con supercomputer… che super di fatto non sono.
Laddove negli Usa si lavora con la forza bruta (500 miliardi di investimento per OpenAI, 100.000 GPU per Musk) i cinesi hanno lavorato per algoritmi e ricerca di base.
La conseguenze è a nostro avviso ovvia: quando saranno in grado di produrre localmente GPU di potenza compatibile a quelle statunitensi si troveranno in una posizione di vantaggio assoluto. Con un piccolo particolare:

Deepseek risulta poco propenso a parlare di argomenti non graditi a Xi Jinping.
Europa irrilevante
E l’Europa? Leggendo la letteratura europea pare di vivere in un mare di iniziative. Progetti ambiziosi, nomi importanti. Ma la realtà vera – quella che si tocca con mano provando in prima persona i vari sistemi e non leggendo quanto favoleggiano i giornalisti – è che a parte i francesi di Mistral nulla ha alcuna rilevanza a livello mondiale.
Mistral (e il suo modello suggestivamente denominato Le Chat, il gatto) avevano avuto un ottimo inizio, eguagliando (quasi) GPT-4. Ma l’impressione è che sia rimasto sempre leggermente indietro, senza riuscire a fare il balzo in avanti indispensabile in un momento in cui all’estero si sta ingranando la quinta.
In ogni caso Mistral resta forse il miglior progetto europeo: ma – attenzione – non “europeo” nel senso che è iniziativa “dell’Europa”. Semplicemente per puro caso i suoi creatori sono francesi, nazione che è in Europa.
Chiara la differenza? Ad esempio, i 500 milioni di investimenti annunciati l’anno scorso dal presidente Emmanuel Macron per lanciare una IA sovrana – notare: milioni, non miliardi – non paiono proprio essere andati a Mistral. Eppure avrebbero dovuto, rileggendo le pompose parole del presidente francese: “une politique d’innovation qui a positionné la France dans le peloton de tête de la course à l’IA”.
Non abbiamo trovato reportistica sui veri beneficiari del fondo. Ma non dubitiamo siano nel gruppo di coloro che piuttosto che eccellere nel realizzare prodotti sono piuttosto leader nel campo di scrivere documentazione e procedure “conformi”.