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LA GUERRA COMMERCIALE

Dazi, oro porto sicuro con l’economia mondiale in bilico

Stretta Usa-Giappone sulle tariffe, nuova offensiva di Trump, tensioni Opec+: il metallo giallo rimedio all’incertezza

Il Giappone non si accontenta. I colloqui tra Tokyo e Washington sui dazi si sono intensificati, ma Ryosei Akazawa, ministro per la Rivitalizzazione economica, è stato chiaro: “Abbiamo detto loro che l’intera serie di dazi è deplorevole e abbiamo insistito con forza affinché vengano rivisti”. Niente accordi parziali, dunque. Per Tokyo, la condizione è una sola: una revisione globale di tutte le tariffe introdotte dall’amministrazione Trump, comprese quelle sospese ma potenzialmente riattivabili, come il 24% su tutte le esportazioni giapponesi.

Dopo il secondo round di colloqui a Washington, Akazawa ha parlato di “progressi”, ma ha ribadito che senza un’intesa comprensiva, “non c’è alcuna possibilità di raggiungere un accordo”. Intanto il primo ministro Shigeru Ishiba ha confermato che “Giappone e Stati Uniti rimangono distanti”.

Trump rilancia i dazi, ma teme la recessione

Mentre impone nuove tariffe del 25% sui componenti auto, Trump prevede un “boom economico senza precedenti”, ma ammette che “tutto può succedere”, compresa una recessione. L’ennesima stretta protezionistica rischia però di colpire duramente proprio l’industria americana, che importa molti pezzi dall’estero. La Casa Bianca ha quindi previsto rimborsi selettivi per alleviare l’impatto sulle case automobilistiche.

I mercati oscillano: da un lato il rimbalzo dopo buoni dati sull’occupazione, dall’altro la tensione generata dai dazi generalizzati e dall’incertezza politica, che sta modificando le strategie globali di investimento.

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Opec+ spiazza i mercati: più petrolio, ma meno controllo

L’Opec+ ha aumentato la produzione per il secondo mese consecutivo, nonostante il calo del Brent sotto i 61 dollari al barile. Una mossa che ha “lanciato una bomba sul mercato petrolifero”, secondo Jorge León di Rystad Energy. L’Arabia Saudita ha cambiato rotta dopo anni di tagli, frustrata dalla scarsa disciplina dei partner e determinata a difendere le proprie quote. Con la produzione Usa in aumento e la domanda globale debole, il rischio è che l’eccesso di offerta faccia deragliare la stabilità dei prezzi.

Cina, l’auto elettrica corre tra i dazi americani

Al Salone di Shanghai 2025, il messaggio è chiaro: la Cina non copia più, guida. Le case automobilistiche locali, trainate da BYD, hanno conquistato il centro della scena con auto elettriche all’avanguardia. L’export cinese ha aggirato le tensioni Usa espandendosi altrove, mentre Tesla e Volkswagen perdono terreno nel Dragone. Con oltre il 60% del mercato globale EV in mano cinese, la guerra dei dazi rischia di colpire più gli esportatori occidentali che i produttori asiatici.

Dazi, oro e incertezza: il rifugio si colora di giallo

Nel pieno della guerra commerciale e delle turbolenze geopolitiche, gli investitori stanno riscoprendo l’oro. Nel primo trimestre 2025, le partecipazioni globali in ETF legati all’oro sono salite di 160 tonnellate. Le banche centrali di Cina, India, Polonia e Turchia continuano a comprarne oltre 1.000 tonnellate all’anno, mentre cresce il timore che asset in dollari Usa possano diventare “politicizzati” o soggetti a sanzioni.

Secondo Flossbach von Storch, l’oro è ormai l’unica “valuta di ultima istanza” per proteggersi dal rischio sistemico. E mentre l’MSCI World zoppica, molti investitori tornano a diversificare fuori dagli USA, proprio a causa dei dazi.

Enrico Foscarini, 3 maggio 2025