Economia e LogisticaRisparmi e investimenti

MERCATI IN MOVIMENTO

Risparmi, cosa fare dopo 100 giorni di Trump

Wall Street in difficoltà, dollaro debole e fuga verso Europa e oro. Quali asset considerare in questo periodo

Il 2025 è caratterizzato da un panorama complesso per chi investe i propri risparmi: l’S&P 500 e il Nasdaq hanno perso rispettivamente il 17,5% e il 21,9% da inizio anno, mentre l’Europa e l’oro sono saliti. La politica commerciale statunitense, nei primi 100 giorni di amministrazione Trump, ha innescato una serie di tensioni che hanno colpito i mercati azionari e valutari.

“Gli Stati Uniti stanno percorrendo una strada di autolesionismo economico”, ha spiegato Anthony Willis, Investment manager di Columbia Threadneedle lnvestments, riferendosi al rischio crescente di una recessione globale. Non sorprende che l’82% dei gestori intervistati da Bank of America si aspetti un rallentamento dell’economia. Come spiega Matteo Ramenghi, Chief Investment Offer di Ubs WM, “se mantenuti, i dazi potrebbero avere un impatto negativo sulla crescita a lungo termine degli Stati Uniti, interrompendo i flussi commerciali e scoraggiando gli investimenti. Con le multinazionali alle prese con costi più elevati, anche il vantaggio competitivo dell’economia americana potrebbe erodersi”. Tuttavia, prosegue. “Trump ha dimostrato di essere sensibile all’andamento dei mercati e, inoltre, deve gestire la propria popolarità: secondo l’ultimo sondaggio All-America della Cnbc, l’indice di gradimento del presidente a livello economico è infatti sceso al 43%“.

Oro e beni rifugio: la corsa continua

Con l’incertezza sui dazi e i timori economici in aumento, l’oro ha superato i 3.500 dollari l’oncia, aggiornando i record storici anche perché è un mezzo sicuro per proteggere i propri risparmi. “Se la domanda di beni rifugio dovesse rimanere forte nei prossimi mesi, le quotazioni potrebbero superare i 3.700 dollari entro la metà dell’anno“, ha osservato Kerstin Hottner di Vontobel. Tuttavia, si avverte: movimenti così rapidi spesso portano anche a periodi di consolidamento. In ogni caso, sottolinea Ramenghi, “la domanda di oro da parte delle banche centrali e degli investitori privati dovrebbe rimanere elevata”.

Europa nuova protagonista

Mentre gli Stati Uniti mostrano segni di debolezza, l’Europa conquista la fiducia degli investitori. La stabilità istituzionale, insieme a valutazioni ancora attraenti, ha reso il Vecchio Continente una meta interessante per i capitali in fuga.

Secondo Lewis Grant, senior portfolio manager for global equities di Federated Hermes, “sebbene sia assolutamente esagerato considerare gli Stati Uniti detronizzati dal loro ruolo di principale economia mondiale, la stabilità e la lentezza delle istituzioni europee offrono un certo grado di fiducia e, in questo mercato, questo rappresenta un’attrazione per i capitali”.  Una resilienza che potrebbe premiare i mercati europei anche in caso di rallentamento globale.

Come evidenzia Franz Weis di Comgest, aziende europee come EssilorLuxottica, Air Liquide e Alcon hanno mostrato “risultati solidi e prospettive di crescita promettenti”, trainate da “innovazione costante e miglioramento dei margini”. L’intelligenza artificiale resta un motore di lungo termine. Weis conclude che, pur in un contesto volatile, occorre concentrarsi “su motori di crescita affidabili e indipendenti dai cicli economici”.

Il paradosso: la Cina diventa la vera leader

Jian Shi Cortesi, Investment Director Azioni Growth Asia/Cina di GAM, ha evidenziato che la Cina sta rapidamente consolidando il suo predominio tecnologico a livello globale, ben oltre il settore dei veicoli elettrici. Tra i segnali più evidenti, l’impressionante crescita di BYD, che “nel 2024 ha venduto 4 milioni di auto nel mondo, il doppio rispetto a Tesla, grazie anche a investimenti annuali in ricerca e sviluppo superiori a 5 miliardi di dollari. L’analista evidenzia anche come l’innovazione cinese non si limiti all’automotive: realtà come Huawei e DeepSeek dimostrano la crescente indipendenza tecnologica del Paese, persino in settori strategici come l’intelligenza artificiale e la produzione di microchip, nonostante i vincoli imposti dall’Occidente. “L’ascesa tecnologica della Cina non è un’anomalia, bensì un cambiamento strutturale”, afferma Cortesi.

Alla base di questa trasformazione c’è il piano strategico “Made in China 2025”, che ha spinto negli ultimi dieci anni un massiccio investimento in ricerca, innovazione industriale e sviluppo tecnologico avanzato. Nonostante le tensioni commerciali, Cortesi ritiene che “le società cinesi più dinamiche continueranno a cogliere opportunità, beneficiando della forza del mercato interno e dell’innovazione di frontiera”. Per investire i risparmi, dunque, c’è anche l’opzione cinese.

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Obbligazioni: la nuova frontiera?

La prospettiva di tagli dei tassi da parte della Bce apre opportunità interessanti nel comparto obbligazionario europeo, soprattutto sulle scadenze brevi (3-5 anni), dove i rendimenti rimangono competitivi. Anche il Btp quinquennale, che offre un rendimento vicino al 2,86%, si presenta come un’opzione attraente.

Negli Stati Uniti, invece, si suggerisce maggiore prudenza sulle lunghe scadenze, privilegiando strumenti indicizzati all’inflazione, un altro mezzo per tenere al sicuro i risparmi.

Secondo il Global Credit Research Team di PGIM Fixed Income, all’inizio del 2025 il quadro dei fondamentali per il credito corporate resta complessivamente positivo, anche se offuscato da una crescente incertezza legata ai dazi commerciali. I fondamentali delle aziende sono ancora solidi, ma le aspettative sugli utili sono in moderata flessione rispetto ai picchi recenti.

PGIM osserva che le tendenze nei fondamentali continueranno a divergere tra i settori, con un’attenzione particolare ai comparti più ciclici e ai beni voluttuari, che rischiano di subire impatti sproporzionati dalle tensioni sui dazi. Secondo gli esperti, i settori automobilistico, metallurgico e minerario saranno tra i più esposti, mentre effetti più contenuti sono attesi su comparti come beni di consumo, edilizia abitativa, industriale, manifatturiero, energia e tecnologia. Al contrario, il rischio dazi è giudicato basso per i settori comunicazioni, finanziario, sanitario e utility.

Bitcoin e criptovalute: nuovo slancio?

Con l’arrivo del pro-crypto Paul Atkins alla presidenza della Sec, la Consob americana, il Bitcoin ha superato i 90.000 dollari e guarda ai massimi storici, sostenuto anche dall’effetto “halving” che tradizionalmente ne rafforza i prezzi nei mesi successivi.

Secondo alcuni analisti, il nuovo quadro regolatorio potrebbe finalmente favorire una crescita sana e duratura di un settore che sta cambiando forma: da teca di asset rischiosa a opportunità di diversificazione degli investimenti effettuati con i propri risparmi.

Intelligenza Artificiale: l’eccesso di investimenti non è un difetto

Nonostante alcune recenti battute d’arresto dei colossi tech occidentali, gli investimenti in IA non accennano a diminuire. «È importante ricordare che l’eccesso di investimenti è una conseguenza, non un difetto, di ogni grande progresso tecnologico», sottolinea Jared Franz di Capital Group. La corsa all’innovazione proseguirà, seppur con ritmi e protagonisti diversi, confermando che l’IA avrà «un profondo impatto sull’economia e su tutto ciò che facciamo».

I rischi che non vanno sottovalutati

Nonostante qualche segnale positivo, i rischi sistemici per chi vuole mettere al sicuro i risparmi restano elevati:

  • Politica commerciale: le tensioni sui dazi potrebbero riaccendersi rapidamente.
  • Debito Usa: con oltre 36 trilioni di dollari da rifinanziare, la pressione sui Treasury resta alta.
  • Recessione: pur non essendo lo scenario principale, un rallentamento consistente dell’economia americana è una possibilità concreta.

Enrico Foscarini, 29 aprile 2025

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