Esteri

Macron tira dritto sulla Russia, mira a politica e industria della difesa Ue

Le parole del presidente francese: “la Russia non può e non deve vincere. Se l’Ucraina cade, è la nostra sicurezza ad essere minacciata”

Macron intervista (BFM Tv)

In un’intervista esclusiva in contemporanea su TF1 e France 2, il presidente della Repubblica francese ritorna sull’invio di truppe di terra in Ucraina mostrandosi più diplomatico ma determinato. “Se l’Ucraina cade, è la nostra sicurezza ad essere minacciata”. Per evitare questa ipotesi, “la Francia è pronta  fornire i mezzi per sostenere l’Ucraina”.

L’invio di truppe

Parigi – Le parole sono scelte, posate. Le domande dei giornalisti seduti di fronte al presidente, in un’intervista seguita da milioni di cittadini francesi, insistenti, preoccupate. “La Francia davvero manderà truppe terrestri in Ucraina?”. Inizialmente il presidente sceglie di utilizzare una metafora e risponde alla domanda con un’altra domanda: “Voi che ora siete seduti qui davanti a me, escludete che potreste alzarvi dopo l’intervista?”. Il giornalista incalza: “Presidente, il fatto di alzarsi o meno non contempla dei morti”. Macron fa spallucce ripetendo la famosa frase pronunciata alcune settimane fa: “Non escludo l’invio di truppe in Ucraina se ci sarà un’escalation”.

La seconda parte della frase veicola dunque l’invio di truppe al precipitare della situazione in Ucraina dal punto di vista militare. Si tratta di un’evoluzione del concetto espresso alcune settimane fa. “La cosa importante”, ribadisce, “è questa: non dobbiamo lasciare che la Russia vinca“. Per evitare questo scenario il presidente evoca il “salto di qualità” della Francia e dell’Europa di fronte alla guerra in Ucraina e al pericolo rappresentato dalla Russia per la sicurezza in Europa.

La minaccia di Putin

Altro tema scottante, la minaccia nucleare. Interrogato sulle minacce di Vladimir Putin, Macron spiega che i francesi “dovrebbero sentirsi particolarmente protetti” dall’arsenale nucleare francese. Ma questo arsenale “ci dà una responsabilità“, tra cui quella di “non fare mai escalation, né verbalmente né di fatto”.

Alla domanda se Vladimir Putin possa essere definito un autocrate o un dittatore, il presidente si limita a dire che il leader russo è “coinvolto in una deriva personale, repressiva e autoritaria del suo Paese” e che ha “scelto di essere una potenza destabilizzante” in Europa e nel mondo. Macron poi ritorna sullo scenario di una guerra contro la Russia spiegando che la Francia non prenderà mai l’iniziativa di combattere la Russia, anche se ha confermato che non bisogna escludere alcuna opzione (militare) per sostenere l’Ucraina.

Armi a Kiev

Sull’Ucraina il presidente non usa mezzi termini: “La controffensiva ucraina non è andata come previsto”, “la situazione sul terreno è difficile” per Kiev. Gli ucraini “sono coraggiosi ma hanno dei limiti, in termini di uomini e in termini di granate, missili”.  “Dall’inizio abbiamo più che triplicato la nostra produzione delle categorie di proiettili e missili che interessano gli ucraini. È solo che abbiamo dei limiti, e questo vale per tutti i Paesi europei. Per questo abbiamo deciso di produrli in Ucraina, perché è più vicina al territorio”.

L’accordo di sicurezza

Macron a questo proposito ha parlato anche del bilancio della difesa francese. In un recente rapporto, il deputato di Horizons Christophe Plassard ha evidenziato gli sforzi di Parigi in termini di spesa militare. La legge di programmazione militare 2024-2030 (LPM) prevede un budget per la difesa di 69 miliardi di euro nel 2030, rispetto ai 32 miliardi di euro del 2017.

Macron è tornato poi sul voto consultivo parlamentare sull’accordo di sicurezza tra Parigi e Kiev, sul quale il Rassemblement National di Marine Le Pen si è astenuto, mentre La France Insoumise e il Partito comunista francese hanno votato contro. “Dobbiamo essere rispettosi del pluralismo politico”, ha commentato il presidente, rilevando tuttavia un disaccordo molto profondo con questi partiti di opposizione. “Scegliere di astenersi o di votare contro non è scegliere la pace, è scegliere la sconfitta”, ha chiosato il presidente.

La difesa europea

Altro tema dibattuto, la difesa europea: “la sfida è rappresentata dalla messa in comune e dalle economie di scala”, ha spiegato Macron. “Sarà molto più efficiente spendere i soldi collettivamente. Struttureremo così un’industria della difesa che sa di avere una visibilità a lungo termine“.

In particolare, Macron ha puntato il faro sugli sforzi europei per rafforzare le capacità di difesa dell’Ue: “Si stanno esplorando diverse strade: l’Estonia, ad esempio, ha proposto prestiti congiunti fino a 100 miliardi di euro per rafforzare l’apparato di difesa europeo. La risposta alla pandemia di Covid-19 fornisce un esempio: la Commissione ha preso prestiti massicci sui mercati finanziari per finanziare la ripresa e l’Ue è riuscita a mettere in comune l’acquisto dei vaccini”.

Interrogato sulla situazione a Gaza, il presidente francese ha ribadito la sua “chiara condanna dell’attacco”, ma ha anche detto che Israele deve “rispettare il diritto internazionale umanitario e di guerra”, chiedendo una soluzione a due Stati.

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