Roma si prepara a diventare il centro del mondo. Sabato la Città Eterna accoglierà una enorme concentrazione di potere politico e simbolico: capi di Stato, di governo, teste coronate e rappresentanze ufficiali da ogni continente giungeranno in Vaticano per rendere omaggio a Papa Francesco, scomparso lunedì. Saranno almeno 170 le delegazioni attese per i funerali del Pontefice, testimoni della portata globale del suo pontificato e del segno profondo lasciato anche tra i leader laici. E la presenza di tanti leader nella Capitale potrebbe coincidere con una svolta nei negoziati internazionali: Ucraina ma non solo.
Tra i primi a confermare la propria presenza c’è Donald Trump, che sarà a Roma insieme alla moglie Melania nel suo primo viaggio europeo dall’inizio del secondo mandato. Ovviamente l’intero vertice dell’Unione europea sarà presente: Ursula von der Leyen, Roberta Metsola e Antonio Costa rappresenteranno la Commissione, il Parlamento e il Consiglio Ue. Non si esclude che la circostanza possa offrire l’occasione per colloqui informali con il presidente statunitense, sebbene fonti europee tengano a precisare che l’obiettivo della visita resta esclusivamente legato alla cerimonia funebre. Ma il clima di tensione tra Washington e Bruxelles è tale da poter spingere i vertici a confrontarsi per distendere gli animi sulla scia della visita di Giorgia Meloni alla Casa Bianca.
Ma non è tutto. In arrivo a Roma anche Volodymyr Zelensky, accompagnato dalla moglie Olena. Il presidente ucraino, che ha avuto rapporti complessi con il Pontefice per via della linea diplomatica della Santa Sede sul conflitto con la Russia, ha ricordato con rispetto le preghiere del Papa per la pace. Zelensky auspica un incontro bilaterale con Trump ai margini della cerimonia, nel tentativo di rilanciare una mediazione internazionale. Vladimir Putin, invece, non sarà presente: sul presidente russo grava un mandato d’arresto della Corte penale internazionale. Al suo posto, la Chiesa ortodossa russa sarà rappresentata da padre Antonij di Volokolamsk, figura di spicco nei rapporti con il Vaticano.
Secondo quanto riportato dal Financial Times, Putin avrebbe offerto una tregua lungo le linee del fronte attuale, nel tentativo di aprire un dialogo indiretto con Washington. Il tema sarà al centro di un incontro a Londra convocato nell’ambito della cosiddetta Coalizione dei volenterosi. Ospite del vertice sarà David Lammy, nuovo ministro degli Esteri britannico, che accoglierà le delegazioni di Stati Uniti, Ucraina, Francia, Germania e Regno Unito a Whitehall. Per Washington parteciperà l’inviato speciale Keith Kellogg, mentre Marco Rubio, inizialmente indicato, non sarà presente. Sul fronte Cremlino, Steve Witkoff, consigliere vicino a Trump, dovrebbe recarsi a Mosca nei prossimi giorni per nuovi colloqui.
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L’offerta russa, presentata come “cessate il fuoco pasquale”, non convince però le cancellerie europee. Il ministro francese Jean-Noël Barrot l’ha definita “un’operazione di marketing” volta a placare l’impazienza americana. Intanto, in Ucraina, gli attacchi continuano su Kharkiv, Zaporizhzhia, Odessa, Sumy e Donetsk. Zelensky si è detto pronto a negoziati diretti con la Russia a condizione che si verifichi un cessate il fuoco. “Serve una vera disponibilità al dialogo”, ha dichiarato. Se la proposta di Mosca si rivelasse sincera, segnerebbe un cambio di rotta rispetto alla pretesa di controllo totale delle quattro oblast occupate.
Insomma, il funerale di Bergoglio potrebbe dunque trasformarsi in un’occasione senza precedenti: mentre Piazza San Pietro si prepara ad accogliere l’ultimo saluto al Papa venuto dalla fine del mondo, la diplomazia internazionale intravede una possibilità, forse unica, di confronto ravvicinato tra protagonisti finora distanti.
Franco Lodige, 23 aprile 2024
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