Economia

Nello spazio si gioca il futuro della geopolitica, Italia avanguardia in Europa

Massimo Mercati (Ufficio Sicurezza dell’Agenzia Spaziale Europea): infrastrutture spaziali sono critiche per la nostra vita sulla Terra, vanno protette

Massimo Mercati (Cysat)

Parigi – Nel corso della conferenza internazionale sulla cybersicurezza satellitare nello spazio che si svolge a Parigi, il CYSAT 2024, promosso da CYSEC, il capo dell’Ufficio Sicurezza dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), Massimo Mercati, ha risposto alle nostre domande sull’importanza della difesa dello spazio europeo.

Non solo strategico ma critico

MARCO CESARIO: Nel contesto geopolitico attuale si mette sempre più l’accento sullo spazio in quanto nuova infrastruttura per gli organismi politici, per i governi. Cosa vuol dire questo?

MASSIMO MERCATI: Lo spazio ha confermato negli ultimi anni, sia a livello europeo che a livello nazionale, di essere un driver importantissimo non solo per la società. Non scordiamoci che tutto l’aspetto di backbone, di comunicazioni, di navigazione satellitare, su cui sono basati i nostri trasporti, tutta o gran parte della vita dei cittadini, le applicazioni ad esempio, utilizzano lo spazio.

Ma lo spazio è anche un importante driver politico e di sicurezza degli Stati membri. Purtroppo gli ultimi fatti geopolitici ci ricordano che anche lo spazio ad uso civile e commerciale può essere di gran beneficio per supportare dei challenge come quelli che stiamo vivendo in questo momento nel mondo. Questo significa che lo spazio è un dominio estremamente importante perché è un ecosistema decisionale, un ecosistema infrastrutturale composto da segmenti di terra, da segnali, da satelliti.

Tutto questo diventa strategico e per questo motivo è soggetto ad attacchi, alla capacità di individui o da stati terzi di prenderne il controllo o di diminuire la capacità di azioni nello spazio. Ecco perché lo spazio diventa non solo strategico ma critico.

La difesa spaziale 

MC: Siamo in un contesto geopolitico di fragilità estrema, si discute oramai anche di difesa spaziale. Quali sono le sfide della difesa spaziale dal punto di vista dell’Agenzia Spaziale Europea?

MM: L’Agenzia Spaziale Europea ha come suo statuto di lavorare per progetti di pace ovviamente. Progetti di pace che però non sottintendono l’esclusività nel non poter creare sistemi per proteggere le nostre infrastrutture spaziali. Ma bisogna tenere conto che il futuro è stabilire, gestire, sviluppare sempre di più sistemi che hanno un forte connotato commerciale ma anche governativo.

La sfida più grande dell’ESA, che ha intrapreso non oggi ma già cinque anni fa, nel 2019, è quella di proteggere adeguatamente tutti i sistemi spaziali, indipendentemente se gestiscono informazioni classificate o meno. E questo per dar valore alla missione, alla nuova missione dello spazio, che è quella di gestire servizi vitali per la società europea.

Quindi la grande sfida che abbiamo, che abbiamo recepito e che stiamo implementando, è creare ed implementare quei processi, quelle procedure, quei requisiti per proteggere i sistemi spaziali di oggi e di domani affinché i nostri Stati europei possano utilizzarli per la società e anche per la difesa del proprio territorio.

L’uso dell’Intelligenza Artificiale

MC: Una questione che sta sorgendo in questi ultimi mesi è quella dell’uso dell’intelligenza artificiale nell’ambito della tecnologia spaziale. L’intelligenza artificiale può aiutare enormemente il lavoro e implementare soluzioni per i sistemi satellitari ma può anche essere considerata come una breccia di sicurezza per gli stessi sistemi.

MM: Ha perfettamente ragione. Se pensiamo che l’evoluzione del threat landscape, quindi del panorama delle minacce, negli ultimi dieci anni, è cresciuto in maniera proporzionale all’importanza dello spazio, ma è cresciuto in maniera esponenziale e proporzionale rispetto alle tecnologie che sono uscite progressivamente in questo anno. Vuol dire che le stesse tecnologie che portano avanti l’aspetto evolutivo dello spazio sono utilizzate una ad una per lanciare attacchi e per controllare questo aspetto evolutivo dello spazio.

In particolar modo l’IA è uno strumento, e sarà uno strumento, potentissimo da gestire. Da gestire perché nasconde delle potenzialità e delle vulnerabilità. In ESA abbiamo lanciato sotto la mia guida due differenti task force. Una per capire come poter gestire la parte di assurance, quindi di certificazione, di accreditamento dei prodotti legati all’IA, e l’altra per capire quali sono i prodotti più validi dell’IA. Io penso che gli strumenti a priori non siano né negativi né positivi, sono strumenti e dunque vanno gestiti come tali e indirizzati per poter massimizzare i benefici e poter minimizzare i rischi. Una grande sfida del prossimo anno o due, è proprio capire come imbrigliare l’IA in un contesto sicuro.

I missili anti-satellitari

MC: Che ci può dire dell’uso di missili anti-satellitari? Sappiamo che gli Stati Uniti e l’Europa hanno cercato di tamponare lo sviluppo di questa tecnologia che però Russia e Cina stanno sviluppando. 

MM: Allora, dal punto di vista dell’ESA e dal punto di vista dei nostri stati membri è un fattore che esiste. Abbiamo visto anche, probabilmente, c’è una bibliografia pubblica di esperimenti fatti in questo senso. Ma l’ESA rimane comunque un agenzia spaziale con obiettivi civili e difendersi contro degli ASAT, dei missili anti-satellitari, è molto difficile. Questo è un compito che va lasciato ai singoli Stati membri e alle loro difese.

Noi possiamo supportare i nostri Stati membri, con la protezione adeguata di satelliti ad uso civile e commerciale ma con minacce come gli ASAT risulterebbe veramente difficile. Quantomeno minacce a livello missilistico, classico, quindi fisico.

Il ruolo dell’Italia

MC: Veniamo invece al ruolo dell’Italia. Abbiamo visto anche durante la guerra in Ucraina quanto Starlink sia stata importante come infrastruttura per proteggere le comunicazioni in Ucraina. IRIS2 può essere la risposta alla tecnologia satellitare americana? 

MM: L’Italia giocherà sicuramente un grandissimo ruolo con il suo centro di controllo del Fùcino e mi auguro anche con le capacità industriali italiane a supportare un intero progetto. L’Italia negli ultimi anni ha dimostrato un grandissimo interesse e una grandissima capacità di investire nello spazio. In Italia abbiamo la fortuna di avere industrie competitive e competenti.

Lavoriamo a stretto contatto con l’Agenzia Spaziale Italiana che sostiene tutte le iniziative a carattere europeo e con la Commissione europea. L’Italia dunque gioca un ruolo di primo piano insieme con la Francia, la Germania ed altri Stati europei. Ricordiamoci che ha fatto un grandissimo investimento anche con il Pnrr nello spazio, i cui frutti operativi si vedranno a breve.

L’Italia gioca un importante ruolo per l’accesso allo spazio con i nostri lanciatori Vega, ha una sensibilità nella sicurezza importante. Noi lavoriamo a contatto con la National Security Authority italiana e con il reparto di sicurezza dell’Agenzia Spaziale Italiana. Questa sinergia fa sì che l’ESA, l’ASI, la MSA italiana e le iniziative che poi vanno anche in Europa per l’EU all’interno del SAV trovino sicuro terreno fertile per confermare una posizione italiana di leadership nello spazio.

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