Esteri

Biden getta la maschera: la solitudine annunciata di Israele

Washington si allinea a Cina e Russia facendo passare all’Onu una risoluzione per un cessate-il-fuoco “immediato” a Gaza. I segnali del “tradimento” Usa non mancavano

Netanyahu Biden (BBC)

Ce la vedete un’amministrazione Trump che si astiene al Consiglio di Sicurezza Onu facendo passare una risoluzione contro Israele, cedendo a Cina, Russia, Iran e Hamas? No, infatti a farla passare, astenendosi e quindi rinunciando a far valere il proprio diritto di veto, è stata l’amministrazione Biden.

Pochi giorni prima Washington aveva bollato come “vergognoso” il veto di Cina e Russia su una sua risoluzione che chiedeva un cessate-il-fuoco a Gaza condizionato però alla liberazione degli ostaggi. Ordinaria amministrazione al Consiglio di Sicurezza Onu, dove le grandi potenze bloccano con il veto le iniziative delle rivali. Senonché, questa volta, per la prima volta dall’inizio della guerra a Gaza l’Onu chiede un cessate-il-fuoco, e per la prima volta gli Stati Uniti non hanno opposto il veto come usualmente fanno per difendere Israele dalle iniziative volte a isolarlo.

Nel testo infatti si chiede “un cessate-il-fuoco immediato per il Ramadan rispettato da tutte le parti che conduca ad un cessate-il-fuoco durevole e sostenibile e al rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi, nonché la garanzia dell’accesso umanitario per far fronte alle loro esigenze mediche e umanitarie”. Dunque, un primo cessate-il-fuoco non condizionato al rilascio degli ostaggi, ma legato al solo Ramadan.

Un testo che implicitamente stabilisce una equivalenza morale tra la parte che ha compiuto il massacro del 7 Ottobre e Israele, incoraggiando ulteriori massacri e senza indicare alcuna prospettiva per ciò che accadrà dopo il 9 aprile, alla fine del Ramadan.

La risoluzione, presentata dall’Algeria e sostenuta da Cina e Russia proprio perché non condizionata al rilascio immediato degli ostaggi, ha ottenuto 14 voti a favore e, appunto, l’astensione Usa. A favore anche gli altri due membri permanenti, Francia e Regno Unito, a cui si sono aggiunti Ecuador, Guyana, Giappone, Malta, Mozambico, Sud Corea, Sierra Leone, Slovenia e Svizzera.

Frattura annunciata

L’approvazione della risoluzione segna una frattura importante nelle relazioni tra Stati Uniti e Israele. L’amministrazione Biden ha gettato la maschera. Ha provato a nascondere dietro la critica a Netanyahu quella che invece è una radicata ostilità ed esplicito disprezzo della sinistra Usa nei confronti di Israele.

In tempi non sospetti su Atlantico Quotidiano avevamo colto i segnali della crescente solitudine di Israele, mentre praticamente tutti i media e i commentatori evidenziavano la totale solidarietà Usa. “Da Macron a Biden, sale la pressione su Israele: l’Occidente si sta sfilando”, annotavamo lo scorso 11 novembre.

Sembrano maggiori gli sforzi Usa per legare le mani a Israele di quelli per assicurare la distruzione di Hamas e punire i suoi mandanti a Teheran, nei cui confronti non è stata adottata nemmeno una sanzione. (…) Vedremo se anche l’amministrazione Biden tra breve si assocerà alla richiesta di un cessate-il-fuoco, così venendo meno all’obiettivo primario della campagna israeliana, ovvero la distruzione di Hamas.

Esattamente quello che è avvenuto ieri: l’amministrazione Biden si è di fatto associata alla richiesta di un cessate-il-fuoco prima della distruzione di Hamas. “Come l’Occidente ha voltato le spalle a Israele”, spiegava Max Balestra il 31 ottobre scorso.

Si dà sempre per scontato che Israele e l’Occidente siano dalla stessa parte. Che l’Occidente non abbandonerebbe mai lo Stato ebraico, né ne metterebbe mai a rischio l’esistenza. Ma, causa numerosi cambiamenti politici e geopolitici avvenuti negli ultimi quindici anni circa, questo non è mai stato meno vero che adesso. (…) Biden sta chiaramente cercando di ritardare l’offensiva di Israele all’infinito, salvare Hamas dalla completa distruzione, e preservare l’asse Qatar-Iran come nuovo alleato dell’Occidente.

Dall’inizio dell’operazione israeliana nella Striscia di Gaza l’amministrazione Biden ha fatto di tutto per frenare e legare le mani al governo Netanyahu. E per motivi poco nobili. Nel patetico tentativo di recuperare i consensi della base radicale, anti-israeliana e persino pro-Hamas del suo partito, Biden sta sciaguratamente premendo su Israele perché si fermi, nonostante non sia ancora raggiunto l’obiettivo vitale della distruzione di Hamas.

Mentre Israele sta combattendo per la sua stessa esistenza, per debellare un’organizzazione terroristica genocidaria, l’amministrazione Biden è mossa unicamente dalla preoccupazione di aumentare le chance di rielezione del presidente.

L’ira di Israele

L’astensione Usa ha suscitato l’ira del premier israeliano Benjamin Netanyahu: “oggi gli Stati Uniti hanno abbandonato la loro politica all’Onu”, il voto è “un chiaro allontanamento dalla posizione tenuta dagli Usa in Consiglio di Sicurezza dall’inizio della guerra”, ha commentato l’ufficio del primo ministro. “La risoluzione odierna dà ad Hamas la speranza che la pressione internazionale costringa Israele ad accettare un cessate-il-fuoco senza il rilascio dei nostri ostaggi, danneggiando così sia lo sforzo bellico che il tentativo di liberare gli ostaggi”.

In effetti, l’ammorbidimento della posizione Usa all’Onu, e la contrarietà dell’amministrazione Biden all’operazione su Rafah, convinceranno Hamas che la sua mossa di trascinare i negoziati con Israele sul cessate-il-fuoco e il rilascio degli ostaggi sta funzionando, minando la posizione negoziale di Israele.

Una delegazione israeliana era in partenza per Washington ma è stata fermata. “Non abbiamo il diritto morale di fermare la guerra mentre ci sono ancora ostaggi tenuti a Gaza. La mancanza di una vittoria decisiva a Gaza potrebbe avvicinarci ad una guerra nel nord”, ha commentato il ministro della difesa israeliano Yoav Gallant. Si è detto “disgustato” l’ambasciatore israeliano all’Onu: “Per questo Consiglio il sangue israeliano vale poco. Da un lato, la risoluzione afferma che prendere in ostaggio civili è una violazione del diritto internazionale, ma dall’altro – nonostante sappiate che Hamas non ascolterà le vostre richieste e non rilascerà gli ostaggi – chiedete un cessate-il-fuoco“.

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