Esteri

Via putinismo e gretinismo: così Wilders rottama le follie franco-tedesche

L’accordo di governo olandese demolisce i due obiettivi di Berlino e Parigi e apre la gabbia Ue, per sposare una politica atlantica. La “melonizzazione” avanza

Geert Wilders (France24)

Vorremmo abbozzare una chiave di lettura della situazione politica continentale, alla vigilia delle prossime elezioni leuropee. Intendiamo sostenere che, a realmente dividere i diversi partiti, siano due fattori soltanto: il putinismo ed il gretinismo.

L’occasione ci è offerta dalla pubblicazione – giovedì 16 maggio – dell’accordo politico che prelude alla formazione del prossimo governo olandese. Intitolato “speranza, coraggio e orgoglio” (“Hoop, lef en trots”) e sottoscritto dalla destra di Geert Wilders.

Abbandono del putinismo

Quel programma è estremamente intrigante: abbandona, insieme, putinismo e gretinismo, per poi depotenziare leuropeismo strumento dei due precedenti.

Il putinismo, poiché “i Paesi Bassi continueranno a sostenere l’Ucraina contro l’aggressione russa politicamente, militarmente, finanziariamente e moralmente”. E “la regola Nato di spesa per la difesa pari al 2 per cento del Pil, sarà iscritta in forma di legge”.

Più profondamente, “verranno avviate le ricerche sulla logistica del trasferimento dell’ambasciata olandese in Israele, da Tel Aviv a Gerusalemme” e “la conoscenza dell’Olocausto diventerà una parte obbligatoria del processo di integrazione” dei nuovi immigrati. Mentre, la violenza politica pubblica “non sarà tollerata”.

Abbandono del gretinismo

Il gretinismo, lungo tutto il suo spettro: via libera al cd “consumo del suolo” (100.000 nuove abitazioni l’anno, niente nuove tasse sulle abitazioni, etc); di nuovo 130km/h in autostrada; cancellazione dell’obbligo di ridurre i capi di bestiame; ritorno dei cd sussidi inquinanti (sconti al diesel agricolo); tagli al “fondo climatico” nazionale.

Quanto alla produzione di energia: 4 nuove centrali nucleari; nuovi campi gasieri in alto mare; niente nuove turbine eoliche su terra e limiti a quelle per mare. Mentre, al contempo: taglio ai sussidi alle cd “energie verdi”; cancellazione degli sconti in fattura ai proprietari di pannelli solari; cancellazione dei sussidi alle auto elettriche; cancellazione dell’obbligo di sostituire le caldaie a gas con pompe di calore.

Meno poteri a Bruxelles

Più in generale, non solo i Paesi Bassi non faranno mai più di ciò che impone Leuropa; ma, pure in quella sede, non perseguiranno alcun passo ulteriore; anzi, “faranno tutto il possibile” per conquistare una riduzione degli obiettivi leuropei esistenti, a cominciare dal cd “inquinamento da biossido di azoto”.

E non è certo l’unico colpo inferto a Bruxelles, anzi. In secondo luogo, verrà imposto un limite al numero di studenti stranieri (pure se provenienti da Lue) direttamente, nonché indirettamente tramite un altro limite, questa volta all’insegnamento universitario in lingua inglese. Con tanti saluti alla retorica della sempre maggiore integrazione delle gioventù leuropee.

In terzo luogo, è previsto un vigoroso giro di vite sui richiedenti asilo, sino all’introduzione di maggiori controlli alla frontiera nonostante Schengen, nonché all’uscita dal nuovo patto sui migranti. In una parola, tre leggi leuropee cancellate in un colpo solo. Detto da uno Stato membro tutt’altro che secondario, tutt’altro che ininfluente.

Meno soldi a Bruxelles

In quarto luogo, l’accordo promette una stretta adesione alle regole fiscali circa il deficit (massimo 2,8 per cento del Pil) ed il debito (massimo 60 per cento del Pil). Con tanti saluti alla flessibilità dentro Leuro.

In quinto luogo, i Paesi Bassi saranno “estremamente critici riguardo all’ulteriore espansione dell’Ue e non verrà fatta alcuna concessione al rispetto dei criteri di adesione”. Il che significa negare a Bruxelles qualunque ruolo nella gestione della crisi ucraina, che deve restare alla Nato… con tanti saluti all’esercito leuropeo ed al bilancio unico della difesa.

Tali ultimi due passaggi, insieme, rispondono alla domanda che ci eravamo posti: le spese militari manderanno in pensione Leuro? Ebbene, la risposta olandese è: sì, le spese militari vanno aumentate, ma restano nazionali e ciascuno stato se le paghi da sé. Il che rende inevitabile il ritorno alle monete nazionali.

Adesione netta alla politica atlantica

Tutto ciò è estremamente intrigante, in un contesto nel quale l’abbandono del putinismo ha significato la separazione delle economie europee dalla Russia. Orbene Wilders, che rinuncia alla propria opposizione al sostegno all’Ucraina, mostra di aver finalmente compreso le vere forze in gioco: la melonizzazione fa proseliti.

Al contempo, l’abbandono del gretinismo sta cominciando a significare la separazione delle economie americana ed europee dalla Cina. Come appare evidente dal combinato disposto dei dazi imposti dal presidente Usa Joe Biden e della irritata opposizione del cancelliere Olaf Scholz: siccome i dazi leuropei non li si può mettere senza la Germania, logicamente ne segue che l’unico modo per colpire l’export cinese consiste nell’abbandonare il gretinismo tutto intero.

Infine, il severo depotenziamento de leuropeismo significa togliere potere allo strumento che più ha contribuito ai due precedenti errori di radicarsi e maturare i propri frutti avvelenati.

L’accordo politico olandese, insomma, descrive una adesione netta dei Paesi Bassi alla politica atlantica: come essa va mostrandosi realmente, nel suo concreto manifestarsi.

Crisi di nervi francese

Fin qui l’accordo politico olandese. Facile immaginarsi la reazione di quella parte d’Europa che al putinismo ed al gretinismo non intende rinunciare, proprio perché non intende rinunciare ai commerci con Russia e Cina.

Ne abbiamo avuto un saggio dalla candidata portabandiera di Macrone, Valérie Hayer: “disapprovazione totale e viva inquietudine”, “l’opposto di ciò che noi difendiamo” [sic]. E per forza: i francotedeschi usano il putinismo per difendere i commerci con la Russia, il gretinismo per difendere i commerci con la Cina, Leuropa e Leuro per tenere gli altri Stati membri ingabbiati a tali due loro obiettivi. Ora arriva un governo olandese che demolisce i due obiettivi e apre la gabbia, per sposare una politica atlantica. I franco-tedeschi non possono che dar di matto.

Conclusioni

Senza putinismo la guerra economica permanente alla Russia durerà decenni. Senza gretinismo gli avanzi commerciali cinesi saranno presto solo un ricordo. Con Leuropa depotenziata, gli Stati non saranno più obbligati ad obbedire all’uno e all’altro. Senza Leuro, gli Stati saranno liberi di finanziarsi come chiede la Nato. E tutto ciò, ancora regnante Biden … figurarsi quando a regnare sarà Donald Trump.

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