Il centrodestra italiano non ha bisogno dei consigli di Atlantico: sa benissimo sbagliare da solo. Tuttavia, sarebbe bene ricordare che ci sono momenti nella storia in cui occorre compiere delle scelte, senza furbizie, senza doppiezze, senza tatticismi. Senza la propensione italiana a recitare troppe parti in commedia.
Da un annetto, nel centrodestra, in molti (anche in luoghi insospettabili) si sono abituati a dire nella stessa frase “Forza Trump” e “Forza Putin”. Per Atlantico, è sempre stato un errore strategico. Un conto è il nostro Occidente, un altro conto è un paese – la Russia – con cui sarebbe stato e sarebbe auspicabile il dialogo, ma che purtroppo ha scelto altre prospettive: Pechino e perfino Teheran. Inutile farsi eccessive illusioni: purtroppo Mosca punta essenzialmente a dividere l’Occidente, ad accrescere la dipendenza energetica dell’Europa, a presentare la NATO come il suo nemico strategico.
Ma, al di là di queste considerazioni generali, e perfino nel caso in cui il centrodestra non le condivida, oggi c’è una ragione molto precisa per stare dalla parte di Trump sulla Siria, evitando i cacofonici coretti pro Assad e pro Putin.
Mi spiego: sarebbe un errore suicida per l’Italia e per il centrodestra italiano non essere affidabile su questo terreno. Peggio: sarebbe un autogol clamoroso perdere la gara di “affidabilità occidentale” con la Francia e l’asse francotedesco. Con che faccia – poi, nei prossimi mesi – chiederemo sostegno all’Anglosfera per emanciparci dalle regole europee fissate da Parigi-Berlino-Bruxelles? Tanti, nell’area atlantica, vedrebbero di buon occhio un ruolo italiano di ribilanciamento, di riequilibrio rispetto all’asse francotedesco. Ma se il nostro centrodestra darà la sensazione di rispondere a Mosca, anziché guardare a Washington-Londra-Gerusalemme, commetterà un errore devastante. Una scelta opposta al nostro interesse nazionale, non solo alla nostra tradizionale appartenenza atlantica.
