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Il Reich colpisce ancora: Berlino si risveglia e bastona Varsavia e Roma

Cosa c’è dietro l’accanimento Ue su Polonia e Italia: stato di diritto, Mes e clima per eliminarle in quanto attori autonomi e ridurre, così, la capacità di influenza Usa

Esteri

Avevamo lasciato il cancelliere Olaf Scholz immobilizzato dalla distruzione dei due gasdotti Nord Stream e scrivevamo: “con l’esplosione sotto il Baltico al governo tedesco è venuto meno qualsivoglia margine di manovra verso Washington: sia quanto alle forniture militari, sia quanto alle truppe in Est Europa, sia quanto alle sanzioni, sia quanto alla realizzazione dei rigassificatori. Se disobbedisse, la Germania semplicemente resterebbe senza energia”.

Una situazione di debolezza oggettivamente drammatica, alla quale il cancelliere aveva reagito coprendo la propria industria di fondi pubblici. Sebbene al prezzo, scrivemmo: di gettare alle ortiche “quattro concetti ideologici, ai quali ha sempre preteso di essere molto legata”, ovvero il conservatorismo fiscale, il gretinismo, il liberismo commerciale, la convergenza monetaria dell’Eurozona.

Più recentemente, la crisi energetica si è molto attenuata e la bilancia commerciale ha cominciato a riprendersi. Sicché, il buon cancelliere è uscito dal bunker ed ha ripreso ad abbozzare una politica estera più confacente ai propri gusti.

Due pilastri

Non si ripeterà mai abbastanza che due sono stati i pilastri della preponderanza tedesca nell’era Merkel: l’energia russa a basso costo e Leuro. Sulla prima, il cancelliere non può ancora intervenire direttamente: dovrebbe attendere un cessate il fuoco, almeno, in Ucraina. Sicché, interviene sul secondo.

Leuro, in quanto concretizzazione della proposta federale leuropea. Gestito da Bce, unica istituzione federale leuropea. Ed ecco il cancelliere proporre di estendere quella concentrazione di potere, a campi diversi dalla moneta.

Come ha spiegato egli stesso, il 9 maggio al Parlamento leuropeo. E come ha ripetuto, in questi giorni, il suo Vassallo: il presidente francese, Emmanuel Macron, a Bratislava e poi a Chişinău.

Il Vassallo

Per Macrone, in passato la Nato, con la Russia, ha sbagliato tutto: “la risposta della Nato è stata troppo o troppo poco: una prospettiva offerta a Ucraina e Georgia che hanno esposto questi due Paesi alla vendetta russa senza proteggerli e con garanzie fin troppo deboli”.

Certo, Biden gli è piaciuto e “oggi dovremmo congratularci con noi stessi per avere un’amministrazione americana impegnata al nostro fianco”, ma pure chiederci “questa amministrazione sarà la stessa per sempre?”. Risposta negativa: “nessuno può dirlo e non possiamo delegare la nostra sicurezza collettiva e la nostra stabilità alla scelta degli elettori americani negli anni a venire”.

Insomma, egli tratta gli Usa come una presenza temporanea, di passaggio. Incapace di “coinvolgere la Russia in un dialogo sulla sicurezza”.

Un condominio franco-tedesco

La soluzione sarebbe la solita: la fantomatica Europa della Difesa, che si allarghi sino a Balcani Occidentali-Moldavia-Ucraina, per poi comprare armi “europee”, sino a definire “una Europa estesa, potente”, vero e proprio “spazio geopolitico”.

Ma pure “potenza democratica”, che si impicci di “clima, Stato di Diritto, integrazione economica”. Non “una forma di condominio franco-tedesco”, bensì una cosa nella quale “Paesi come la Slovacchia, come la Polonia, debbono prendere la loro parte” (cioè partecipare). Ma essendosi preventivamente sottomessi alle dette condizioni franco-tedesche su clima-Stato di Diritto-economia: dunque un condominio franco-tedesco, dunque il IV Reich tedesco.

Laddove, conviene sempre ricordare che Macrone il Vassallo francese parla per l’Imperatore tedesco: del quale è mero portavoce. Perché Parigi è Berlino, come pure Bruxelles è Berlino.

Bastonare Varsavia

Ecco spiegata l’altrimenti incomprensibile contraddizione fra la Berlino che gronda di retorica bellicista anti-russa, e la Berlino che bastona il Paese della Ue maggiormente esposto nella guerra contro la Russia: la Polonia.

Già le sta disputando l’accesso ai Fondi regionali (qui, qui e qui). Poi le ha negato qualsivoglia versamento nel quadro NewGenerationEu. E sarebbe niente, se non le avesse negato anche la parte cosiddetta “a fondo perduto”: ponendo Varsavia nella curiosa condizione di dovere, in futuro, rimborsare pro-quota i versamenti “a fondo perduto” fatti da Bruxelles agli altri Paesi, pure se non avrà avuto accesso ad alcun fondo. Un furto vero e proprio.

Il 5 giugno, infine, tramite la Corte Leuropea di Giustiziah ha alzato la posta: condannando la Polonia, in nome della mera enunciazione del non meglio definito Stato di Diritto, a subire: una modifica delle proprie Costituzioni nazionali (“gli Stati membri non possono sottrarsi basandosi su disposizioni o una giurisprudenza interne, anche di rango costituzionale”), nonché una innovazione dei Trattati senza modificare i Trattati. Condannandola, cioè, ad un nuovo regime costituzionale e giuridico imperiale e fondato sul nulla (come avevamo spiegato qui e qui).

Laddove il lettore converrà che derubare e bastonare Varsavia non sembra la strategia più logica, per aiutarla a sostenere Kiev.

Ma a Berlino non interessa affatto aiutare Varsavia, bensì schiacciarla sino a indurla ad accettare la propria protezione. Eliminarla in quanto attore autonomo. Riducendo, così, la capacità di influenza americana. Per poi avere strada libera a “coinvolgere la Russia in un dialogo sulla sicurezza”, cioè tornare a comprare gas russo come ai bei tempi di Merkel.

In cambio, la Polonia avrebbe “clima, Stato di Diritto, integrazione economica” ed armi franco-tedesche. Un affare di merda, non c’è che dire. Eccovi il IV Reich.

Trattamento esteso a tutti

Trattamento polacco, che non sarebbe riservato ai soli polacchi, bensì istituzionalizzato e, in tal modo, esteso a tutti i Paesi sudditi del IV Reich.

Come ha scandito il cancelliere in persona: “insistere sul rispetto dei principi democratici e dello Stato di diritto all’interno dell’Ue è una condizione sine qua non … sfruttiamo l’imminente discussione sulla riforma dell’Ue per rafforzare la Commissione europea, affinché avvii procedimenti di infrazione ogni volta che vengono violati i nostri valori fondamentali: libertà, democrazia, uguaglianza, stato di diritto e difesa dei diritti umani”.

Espressioni per le quali conviene intendere: Csm alla Palamara, come si pretende di imporre alla Polonia. Ma pure cd diritti Lgbtq (vedi parallela lite con l’Ungheria), utero in affitto, cd diritto alla non estinzione climatica, cd diritto alla immigrazione climatica, e simili. Insomma una intromissione coloniale, ben oltre quella riservata ai protettorati. Ecco spiegata la politica estera del cancelliere uscito dal bunker.

Morawiecki ha capito

Ciò che in Polonia hanno capito benissimo, così il primo ministro Mateusz Morawiecki in uno splendido discorso ad Heidelberg: “oggi l’Europa è testimone di crimini commessi in nome di un’ideologia antinazionale … il desiderio di eliminare ogni differenza, distruggere tutte le identità nazionali e fonderle nel grande impero”.

Per il passato, “più centralizzazione … dà potere a persone come Gerhard Schroeder, che rese l’Europa dipendente dalla Russia”. Per il futuro, “tutte le decisioni per fermare l’aggressore russo possono essere nuovamente revocate. Ciò accadrà se alcuni dei Paesi più grandi decideranno che è più redditizio per le proprie élite fare affari con il Cremlino … Dobbiamo impedire che ciò accada”.

Il che significa smascherare apertamente l’intenzione tedesca di eliminare la Polonia e tutti gli altri Stati dell’Ue in quanto attori autonomi, per poi tornare pappa e ciccia con Mosca. Tale è la posta in gioco.

Valvassori e Valvassini

Il cancelliere, oltre che sulla fedeltà del Vassallo francese, può contare su Valvassori e Valvassini. Fra i primi, il fido Pedro Sanchez che, in questi giorni, volentieri accoglie una delegazione parlamentare del Bundestag (!) recatasi ad indagare sui pozzi d’acqua usati per irrigare le fragole [sic] coltivate in una parte dell’Andalusia.

Fra i secondi, il fido Valvassino Donald Tusk il quale, dopo aver perso le elezioni polacche del 2014, venne salvato da Berlino che lo impose come presidente del Consiglio Leuropeo, due volte. La seconda contro il voto del proprio Paese di origine: un caso unico e senza precedenti. Carica dalla quale non cessò mai di agire da vero capo dell’opposizione in patria. Ruolo poi formalizzato e svolto sino ai giorni nostri.

Quanto all’Italia, Valvassino è il partito francese, in ritardo nei sondaggi. A causa, fra l’altro, della impopolarità dei valori fondamentali leuropei, derivata dal discredito della magistratura e dal saggio conservatorismo popolare. Sicché, il Reich cambia gioco e non passa giorno senza che esso insista per la ratifica dell’orrido Nuovo Trattato Mes. Ratificato il quale, alla indocile Giorgia Meloni non resterebbe che obbedire a Berlino come manco una serva.

Il tutto precipiterà nelle prossime elezioni per il Parlamento leuropeo, che diranno quanto si sarà indebolito il Vassallo, quale Valvassore sarà rimasto tale e quale Valvassino, quale sarà assurto a Valvassore e quale disceso a Valvassino. Ridisegnando i confini fra il Reich e l’Impero americano.

I confini del Reich

Quanto alla Germania, lì non si parla di Vassalli, Valvassori e Valvassini, ma del Sovrano, del Kaiser. Sarà ancora Scholz, il quale vuole conservare il Reich? Sarà una CDU à la Merkel, la quale pure voleva conservare il Reich? Sarà una CDU à la Merz, il quale potrebbe preferire rinunciare al Reich, per trasformarsi in una Grande Svizzera? Che magari torni un poco a trafficare con l’energia russa a basso costo, ma da sola: senza Leuro. Restituendo gli allora ormai inutili valori fondamentali leuropei alla latrina nella quale sono stati scovati.

Tanto meno estesi risulteranno i confini del Reich, tanto maggiore sarà, per la CDU, la tentazione di trasformarsi in Grande Svizzera.

Tertium non datur

Non sappiamo se gli Stati Uniti ne siano consci. Ma, lo abbiamo scritto: vincere la guerra economica permanente alla Russia, è il vero obiettivo di guerra americano. E, se non fermeranno Berlino prima che quest’ultima abbia preso Varsavia e Roma, lo abbiamo scritto: “avranno gettato al vento una vittoria che pure appare a portata di mano”.

Sicuramente, a non esserne consci sono tutti coloro che si pretendono sovranisti, per poi opporsi all’unico alleato che possa aiutarci ad abbattere il IV Reich. Non comprendendo che, a guerra mondiale iniziata, o si sta con Washington, o con Berlino: tertium non datur.

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